Il simpatico cartello di cui sopra dice alcune cosette interessanti sulla scrittura e su come noi scrittori siamo visti.
Chiariamo che scrivere è un lavoro e non un passatempo per nullafacenti vari
secondo la mentalità neoliberista imperante, che è una scelta occuparsi di cultura non di comodo perché si è ricchi e con il sederino al caldo ma per fare qualcosa di meglio nella vita che non il precario sottopagato in un supermercato o peggio ancora a fregare anziani in un call center, che si può pubblicare anche senza pagare e senza essere raccomandati o dandola o dandolo via a destra e manca (a proposito, non vi vergognate a regalare tremila euro per soddisfare il vostro narcisismo mentre in Darfur la gente non ha di che mangiare?) e che gli scrittori NON SONO pallisti.